[SINDROME DEL PRIGIONIERO] -["PRIGIONIERO" DEL TUO DOLORE ]
- Gianluigi Azimonti
- 26 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Se rientrassi anche tu tra quelli che di continuo si scrocchiano le articolazioni del collo, del ginocchio, del piede, una "qualunque articolazione" in modo INCESSANTE, ripetuto nell'arco della giornata, sempre da "quel lato", "con lo stesso movimento" solo per ritrovare una momentanea liberazione dal dolore, potresti soffrire della ... SINDROME DEL PRIGIONIERO.
🔴 DI COSA SI TRATTA?
In letteratura trovo riferimenti ad un'altra tipologia di Sindrome del Prigioniero o denominata anche quella "di Stoccolma" ma quella di cui tratto oggi è una sindrome dove il corpo per ricercare una "via di fuga" dell'enorme tensione dei tessuti molli che si interfacciano con quella articolazione cercherà ripetutamente di sbloccarla ritrovando un momentaneo sollievo.
🔵Chi porta a stare con quella enorme tensione l'articolazione?
Generalmente sono scompensi posturali, pattern (schemi) errati di movimento che portano nuovamente quell'articolazione nella sua rigidità o in disfunzione e anticipando la natura di questo articolo tutto ciò che poi secondariamente (e a cascata) sará collegato ad essa.
🔍CASO CLINICO
Luca, 45 anni viene per un dolore elevatissimo nell'abduzione del braccio SINISTRO (allontanamento del braccio dal busto) dolore nei primissimi gradi di movimento è 10 (su scala da 1 a 10), anamnesi approfondita ossia una serie di domande per conoscere la storia clinica del paziente, esame obiettivo, analisi posturale e controllo della deambulazione (camminata) completate mi portano a chiedermi del perché in modo incessante il paziente avesse questa estrema necessità ogni minuto/due minuti di scrocchiarsi l'articolazione del piede DESTRO sempre con lo stesso movimento. (veloce e violenta rotazione del piede verso l'esterno)
Mi informa che se non l'avesse fatto il dolore sarebbe aumentato dalla pianta del piede fino al bacino proseguendo in alcuni punti della schiena. Luca è una persona che fa un lavoro molto pesante e la condizione della caviglia è aggravata anche da questo.
✔Inizio a controllare quella spalla dolorante (motivazione per cui lo sto vedendo) , l'elevato dolore non mi permette una valutazione facile, proseguo sulle adiacenti e di collegamento strutturale ma mentre lavoro continuo ad osservare quel piede che in modo quasi osessivo ruota e scrocchia.
💡Decido di allontanarmi dalla spalla sinistra dolorante e di iniziare ad occuparmi dell'articolazione del piede DESTRO, ragiono del perché dietro ad un detensionamento dell'articolazione lui iniziasse a sentire meno dolore nelle aree che mi ha indicato.
Lavoro in modo certosino l'articolazione del piede con tecniche di mobilizzazione, fasciali e di fibrolisi e porto in detensionamento l'arcata plantare, componenti laterali di gamba, coscia e gluteo (catena statica laterale e laterale di S.Colonna) e i meridiani miofasciali (T.Mayers) superficiale frontale, a spirale, del braccio e profonda frontale, trattamento del sistema profondo anteriore e posteriore con un profondo detensionamento viscerale.
Chiedo durante la sessione di lavoro di iniziare ad abdurre (portare in alto) l'arto superiore che inizia sempre più a migliorare il suo movimento (senza che io l'abbia poi trattato direttamente )
Sul piede mi concentro sui retinacoli (legamenti del collo del piede) che trovo molto doloranti e termino con un profondo detensionamento del tendine achilleo e strutture posteriori alla gamba.
Riesco peró solo alla fine a lavorare il tendine achilleo in quanto inizialmente il dolore molto elevato me lo impediva e solo con il completo rilascio tensivo di esso che il paziente trova finalmente completo beneficio alla spalla riuscendo a portarla completamente verso l'alto l'arto superiore.
Applico il Kinesiology-tape (cerotto elastico) e creo una struttura che aiuterà l'articolazione tibio-tarsica (articolazione che collega e movimenta piede e gamba) a rimanere in asse.
🔴 COME TERMINA IL TRATTAMENTO?
Faccio scendere dal lettino il paziente che nel frattempo era felicissimo perché accusava meno dolore alla spalla e riusciva a portarla completamente verso l'alto (consideriamo lo stato iniziale) lo porto a deambulare (camminare) in diversi modi combinando esercizi propriocettivi per il piede.
Mi guarda basito, stupito che dopo ben 5 ANNI schiavo ormai di quella situazione riesce a camminare senza più necessitá di scrocchiare il piede, doppiamente felice sia per la spalla che per il piede.
⚠️RISULTATO ECLATANTE?
Non mi interessa particolarmente ci sono casi che necessitano sicuramente di più sedute, qui ho voluto portare a dimostrazione e a conoscenza che strutture collegate possono migliorare lavorando dove NON esattamente vi è maggior dolore e che la scelta terapeutica è sempre fatta da un connubio di analisi oggettiva, percezione di risposta dei tessuti, intuito e ascolto sia del paziente che di ciò che sta succedendo all'interno di quel corpo.
La domanda che mi è stata posta alla fine del trattamento: "mi hai lavorato il piede per sistemarmi la spalla?" (nella mia mente scorre molto altro ma rispondo...)
✔SÍ
Vi ringrazio, buona domenica Gianluigi





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